MIGRANTI - Il Gioco serio dell'Arte X Edizione ideato e condotto da Massimiliano Finazzer Flory | ||
l'11 aprile 2016 ore 18.30 | ||
Palazzo Barberini - Roma | ||
Ospite del quarto incontro: WILLIAM KENTRIDGE | ||
E’ l’artista di rilievo internazionale William Kentridge l’ospite di Massimiliano Finazzer Flory per il quarto appuntamento de «Il Gioco serio dell’Arte», X edizione. Autentico «uomo rinascimentale», artista a 360 gradi, attivo nella pittura e nel disegno, nel teatro e nel cinema, nella performance e nelle installazioni, Kentridge attribuisce da sempre un’indispensabile valenza sociopolitica alla propria opera, facendone un oggetto culturale utile alle riflessioni su grandi temi del contemporaneo, come la convivenza tra le razze, la sopraffazione e la tolleranza, il conflitto e la pacificazione - che nel Sudafrica, da dove Kentridge proviene, ha conosciuto criticità, drammi e possibili soluzioni. Dunque un interlocutore di speciale prestigio per un confronto di grande interesse sul tema che Finazzer ha scelto per questa decima edizione de «Il Gioco serio dell’Arte». “Mai come oggi -dichiara Massimiliano Finazzer Flory- abbiamo bisogno dell’arte per comprendere la nostra realtà che non è divisa tra politica, economia, comunicazione… ma si chiama realtà proprio perché tiene insieme fenomeni diversi e ovviamente in modo asimmetrico e variabile. Impossibile dunque avere un modello oppure una visione diretta di questa realtà. Ecco perché serve l’arte. Perché attraverso essa noi possiamo con rappresentazioni, mediazioni, disegni o messe in scena ottenere conoscenza e dialogo che non sono altro che gli ultimi due residui non bellici della nostra cultura. In questi termini ho invitato William Kentridge perché si possa discutere di tecnologia e realtà per chiederci dove sia più presente l’uomo per scoprire forse che la sua rappresentazione con l’arte è più credibile delle informazioni che abbiamo dai media”, anticipando alcuni argomenti sui quali si confronterà con Kentridge, la cui presenza, in questi giorni a Roma, assume un significato ancor più importante a meno di due settimane dall’inaugurazione della monumentale opera-installazione che ha concepito sugli argini del Tevere: Triumphs and Laments, al tempo stesso un omaggio senza precedenti, una celebrazione grandiosa, ma anche una rappresentazione originalissima dei grandi momenti di Bene e Male che la Città Eterna ha vissuto nel corso della propria storia. E aggiunge Finazzer Flory : “William Kentridge non è solo l’artista che ha dato vita al disegno per proiezione ma la sua opera è tale perché mette in discussione il nostro pensiero come disegno non lineare. Invitare Kentridge, dunque, significa offrire il disegno storto della storia. In una rassegna il cui tema quest’anno è migranti la presenza dell’artista sudafricano è anche una nota di polemica contro l’estetizzazione e la retorica della sofferenza e della morte che invade la nostra comunicazione. Utilizzare il cinema di animazione di Kentridge per scuotere le coscienze per rappresentare la denuncia sociale significa in altri termini preferire le ombre della realtà, l’ambiguità al tutto chiaro. Come del resto ha ben scritto Kentridge “se c’è qualcosa che l’arte deve fare è renderci coscienti di un precetto: mediare sempre”. La sfida della cultura europea che riguarda un’idea di integrazione fondata su legami profondi potrebbe avere in questo artista un punto di riferimento, un esempio, un’azione”. William Kentridge, artista, regista teatrale e di film di animazione, è nato a Johannesburg, Sudafrica, da famiglia ebraica. Suggestionato dall'orrore della segregazione razziale e dalle problematiche connesse - abusi nell'ambito del lavoro, barriere razziali, aspirazioni libertarie dei neri - Kentridge ha affrontato l'argomento in molte sue opere, traendo ispirazione tanto da quadri di Goya e di Hogarth quanto dalle pellicole dell'Espressionismo tedesco e dai film di S.M. Ejzenštejn. Si è servito del disegno a pastello o a carboncino per i filmati d'animazione, rivelando innovative capacità tecniche. Della sua ricca attività teatrale si ricordano i lavori svolti in collaborazione con la Handspring Puppet Company, tra cui Il ritorno d'Ulisse e la regia de Il flauto magico di W.A. Mozart. Kentridge ha partecipato a manifestazioni internazionali quali le Biennali di Venezia, Istanbul, Johannesburg, L'Avana, Shanghai. Numerose mostre l’hanno visto protagonista nei più prestigiosi musei del mondo. “Migranti sono i pensieri che si connettono ad altri pensieri. Migranti, oggi come non mai, sono le nostre identità” suggerisce il regista e attore Massimiliano Finazzer Flory, ideatore de Il Gioco Serio dell’Arte, nel presentare il tema di questa edizione. “Migranti sono i quadri, le opere d’arte, adesso anche i musei e con loro gli uomini che attraverso le arti uniscono culture e costumi”. |
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Link: www.finazzerflory.com | ||