Fiori d'asfalto è il titolo della personale di Paola Giordano, artista nata in America che con le sue opere ha stupito pubblico e critica, proponendo novità sensazioni e nuove prospettive pittoriche all'insegna della ricerca cromatica e materica.
La mostra in programma alla Imago-Art Gallery di Lugano dal mese di luglio sino ad ottobre, propone una serie di interessanti opere definite dall'artista i suoi "fiori d'asfalto, fiori metropolitani dunque simbolo di vita e di lotta per la vita, simbolo di femminilità e purezza, in uno mondo sempre più caotico, inquinato e ferito".
Le opere di medie e grandi dimensioni raccontano infatti la lotta della natura per la sopravvivenza.
Fiore d'asfalto, La caduta dell’anima, M‘ama non m’ama, Energia, Vento cosmico, Fastfood, Espansione di un sogno, Junk: questi alcuni dei titoli delle opere in esposizione.
L'analisi del quotidiano, le ansie, le gioie, il nostro vivere frenetico ma ricco di emozioni e stimoli. La disperazione, l'inquietudine, la speranza e il sentimento d'amore. La purezza, la forza e l'energia, sono i temi, le sensazioni, le luci, le ombre che affiorano nel lavoro di Paola Giordano.
Con la mostra Fiori d'asfalto l'artista ci offre uno sguardo che va oltre l'attuale, lo scontato e il vissuto quotidiano. In un'incognita faticosa e costante che è la nostra vita il lavoro di Paola Giordano ci offre una luce e soprattutto una "illuminazione".
“La mia è un’arte concettuale e sintetica, nasce dal bisogno interiore di comunicare sensazioni e sentimenti, partendo sempre da una costante analisi della vita, sociale e quotidiana, e dalla Natura." Paola Giordano
Paola Giordano nasce negli Stati Uniti a New Bedford nel Massachussets da padre fiorentino - il pittore Alvaro Giordano - e madre italo americana. Trascorsa l’infanzia a Napoli, a dieci anni si trasferisce a Milano, dove frequenta il liceo artistico e si diploma in pittura nel 1976 presso l’Accademia di Brera sotto la direzione di Domenico Purificato e tesi di laurea con Raffaele De Grada.
Nei primi anni del suo lavoro collabora con la moda e partecipa a numerose iniziative e collettive di arte. È dopo il 2003 che si propone all'attenzione del grande pubblico vincendo nel 2004 il "Gran Premio Internazionale dell’Arte" e il “Gran Premio Arte Roma”.
Espone in collettive a Berlino, a Roma, a Lisbona e in altre importanti città italiane. Sempre nel 2004 la sua prima personale presso la Galleria "Il Collezionista" a Roma che riscuote successo di pubblico e critica. Nel 2005 un'altra sua personale a Milano nella "Galleria Cappelletti" a Brera. La sua attività prosegue in ambito nazionale e internazionale a Roma, Firenze, Genova, Barcellona, Berlino, Madrid. Numerose le sue partecipazioni a collettive e altrettanto numerose le sue personali nell'ambito di importanti iniziative di arte e cultura. Nel 2008 inizia la sua collaborazione con la Imago-Art Gallery di Londra con cui attualmente collabora. Sue le presenze ad importanti Fiere di Arte tra le quali MIART e ARTEFIERA. Nel 2010 partecipa alla Biennale di Architettura a Venezia.
Molti hanno scritto e parlato di lei, tra questi citiamo: Ermanno Krumm, Nicole Salfatti Francesca Amé, Daniela Azzola Farinotti, Anna Caterina Bellati, Luca Beatrice, Andrea Bosco, Alessandra Apikian, Kate Cliff, Ernesto D’Orsi, Roberto Giuliani, Pierre Lambrini, Lorena Magliocco, Maria Teresa Pallitta.
Paola Giordano
una presentazione dell’artista
In una recente intervista alla stampa Paola Giordano racconta l’essenza del suo approccio con l'arte:
“La mia è un’arte concettuale e sintetica, nasce dal bisogno interiore di comunicare sensazioni e sentimenti, partendo sempre da una costante analisi della vita, sociale e quotidiana, e dalla natura. Natura che, chiaramente, fa da spunto ad una elaborazione pittorica, cromatica e a volte dinamica, dove la ricerca materica serve ad aggiungere movimento, luci ed ombre e nella quale il soggetto è comunque marginale, pur servendo per creare l’ “emozione della cosa”.
Si tratta di una continua ricerca formale combinata con la percezione visiva, dove colori e forme sono in continuo movimento e dove il “sentimento del tutto” si mescola con lo “stupore dell’anima”.
Potrei definire le mie opere “informali pittosculture”, spesso di grandi dimensioni in cui, oltre ai tradizionali colori acrilici e ad olio, l’uso delle bombolette spray aggiunge un elemento di forte rottura e di attualità. Inoltre sulle tele compaiono, e a volte prevalgono, elementi esterni, di solito materiali industriali di scarto che si insinuano nella composizione, la bucano, la legano catturandone l’essenza con un movimento di luci e di ombre, di pieni e di vuoti che creano sfumature impalpabili. Pittosculture dove “fioriscono” molle e fiori d’acciaio, tele forate e ferite disseminate da puntine da disegno che simboleggiano il dolore e le sofferenze del vivere quotidiano. A tutto ciò irrompe e si aggiunge la sensazione di ribellione e di lotta – e qui cito Anna C. Bellati - “dove il colore rosa shocking che compare spesso nelle opere è utilizzato quasi come un simbolo di sfacciata femminilità. Ricorrente è il tema del fiore che simboleggia la donna e la sua resistenza a qualunque dolore o vergogna il mondo degli uomini le abbia imposto .”
Del quadro “solitudine dell’essere” ad esempio, avevo una volta scritto: “Un fiore, uno stelo, una rete che ingabbia e inchioda un infinito surreale, buchi che trapassano la tela verso un qualcosa che è oltre; pennellate veloci, centralità della materia. Il tutto rappresenta lo sguardo smarrito di un “Io” che si ritrova sperduto ma mai arreso a combattere la solitudine dell’infinito e che si impone con tutta l’energia del suo essere, come per dire: “sono qua, esisto”.
Ecco, questo concetto ben sintetizza quella che è e vuole essere la mia ricerca: un salto introspettivo nella dinamicità e nell’evoluzione dello stato delle cose e della materia. Tutto scorre; tutto è in divenire e l’Essere Umano da spettatore diventa protagonista attivo in questo mondo e “oltre”. |