Recupero, Restauro e Valorizzazione del Complesso Monumentale della Fontana dell’Ercole Consulta per la Valorizzazione dei Beni Artistici e Culturali di Torino | ||
2020 | ||
Reggia di Venaria Reale | ||
Nei giardini della Reggia di Venaria sono partiti i lavori che riproporranno, in chiave attuale, la fantastica “macchina scenografica” ideata da Amedeo di Castellamonte. Presentato ufficialmente l’11 ottobre, il progetto è un atto di coraggio, su cui hanno scelto di scommettere le istituzioni e i mecenati privati. “Della Fontana d’Ercole – ha esordito la Presidente di Consulta Adriana Acutis – rimanevano pochi resti architettonici, che potevamo lasciare a un rapido degrado oppure destinare a nuova vita. Noi abbiamo pensato che, grazie a una buona idea, essa sarebbe potuta diventare un trampolino per il presente e per il futuro, trasformando un limite in finestra di apertura. Quello che presentiamo è un progetto che unisce creazione e conservazione, e sa aprirsi all’innovazione per fare della debolezza un’opportunità”. Parole alle quali fanno eco le dichiarazioni della Compagnia di San Paolo, che è tra i principali sostenitori della reggia, a cui ha destinato oltre 20 milioni in questi dieci anni di vita: “La Reggia ci ha abituati a sfide grandiose e la Fontana d’Ercole non fa eccezione, poiché costituisce un unicum. È un progetto che nasce in collaborazione con la Consulta e crediamo che proprio grazie a questa sinergia potremo ottimizzare costi e benefici. La realizzazione darà risultati importanti, sia per la forte diffusione pubblicistica che garantirà, sia per le operazioni di marketing che si potranno sviluppare”. Un quadro in cui si colloca anche la presenza di Intesa Sanpaolo, per la quale “Venaria, oggi al 5° posto tra i musei italiani più visitati, è da sempre in Europa un esempio di best practices” e che intende l’investimento culturale come “la restituzione di patrimonio alla collettività, con opere che rappresentano l’identità del territorio”. A chiudere gli interventi la Soprintendente Luisa Papotti, che ha ripercorso il lungo cammino fatto dalla Reggia nelle sue tappe principali: il 1957, quando gli architetti della soprintendenza entrarono per la prima volta nella residenza; il 1997, che segnò l’inizio dello straordinario piano di recupero, che in Italia non aveva paragoni, se non nei recuperi post-bellici. E infine il presente, con un modello di consorzio, quello de La Venaria Reale, inventato in Italia, e il cantiere della Fontana – prima lungamente affrontato e mai risolto – che va oltre il semplice progetto di restauro”.
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