E’ un evento unico e una solenne occasione di arricchimento del patrimonio culturale e della collettività, quella in scena Lunedì 19 Settembre alla Galleria Borghese, alla presenza del ministro dei Beni Culturali Dario Franceschini e della direttrice Anna Coliva, a sottolineare il ruolo dell’istituzione museale romana e del Ministero in questa importante circostanza di mecenatismo.
La donazione di un dipinto antico da parte di un privato, la Fondazione Giulio e Giovanna Sacchetti, a un museo pubblico, costituisce infatti un caso eccezionale, che non ha immediati precedenti in Italia, dal momento che oggi le donazioni riguardano quasi esclusivamente opere contemporanee, realizzate da artisti viventi e destinate a musei o fondazioni anch'essi privati. In questa occasione, invece, si parla di un'opera del Seicento, donata da quella stessa famiglia Sacchetti che originariamente la commissionò a Pietro da Cortona, conservata per secoli nella dimora storica della casata e che ne esce ora per la prima volta, andandosi ad aggiungere alla magnifica collezione Borghese.
Un epocale passaggio di consegne, che assume un significato ulteriore dal momento che nella sua nuova “casa” il ritratto di Giulio Sacchetti tornerà a incontrare quello del suo familiare Marcello creando – con il contributo dell'eredità artistica del loro contemporaneo Scipione Borghese - un piccolo nucleo di opere coerenti per provenienza, paternità e ambiente. Dunque un fattore ambientale che si aggiunge a quello culturale, perché portare questo venerabile dipinto alla Galleria Borghese riannoda dei fili storici interrotti: la donazione - che arricchisce il patrimonio statale di diversi milioni di euro, in base alle stime dell’opera – l’arricchisce ancor di più ricostituendo delle precise dinamiche della storia artistica nazionale, ovvero ripristinando la suggestione del contesto fertile e straordinario dei primi decenni del Seicento a Roma dove, alla produzione di Pietro da Cortona e di Lanfranco, si va a sommare il mecenatismo dei Sacchetti, dei Giustiniani, dei Borghese e l'impresa documentaria del Museo cartaceo di Cassiano dal Pozzo, nel momento in cui la pittura visse la sua age d'or per antonomasia.
Non a caso la collocazione definitiva dell'opera nelle sale della Galleria è stata pensata per enfatizzare il ristabilirsi di questa rete di rimandi storici e concettuali e avrà luogo nel cosiddetto Salone del Lanfranco (Sala XIV), con il magnifico Concilio degli dei di Giovanni Lanfranco sulla volta, che già ospita i ritratti di Gian Lorenzo Bernini e del cardinale Scipione Borghese e che ora accoglierà anche l'altro ritratto Sacchetti.
Parafrasando il celebre scritto di Francis Haskell, qui si riuniranno amici, pittori e mecenati.
Un evento straordinario, che ribadisce la vocazione e la missione della Galleria Borghese nel consolidare la narrazione e il fil rouge storico che lega la formidabile produzione artistica del nostro paese e nel promuovere presso il grande pubblico la conoscenza di questa eredità culturale. Un momento di festa e di ricongiungimento, che saluta lo stato di grazia e il successo di questa istituzione museale e della sua collezione di capolavori, alla vigilia di un altro appuntamento espositivo di valore internazionale come l’ormai imminente apertura della mostra L’origine della natura morta in Italia - Caravaggio e il Maestro di Hartford, prevista alla Galleria Borghese per il 19 Novembre pv. |